Dopo l’incontro avuto ieri al Quirinale col presidente Mattarella del ministro Carlo Nordio, approda oggi in CDM la riforma della Giustizia. Un’accelerata che – secondo molti quotidiani – è stata voluta proprio dalla premier Giorgia Meloni. Difatti fino a qualche giorno fa il guardasigilli Nordio aveva ipotizzato il 3 giugno come data possibile per l’approvazione da parte del governo, ma nel pomeriggio di ieri si è presentato al Colle insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, per illustrare al Capo dello Stato la riforma che segnerà la separazione delle carriere dei magistrati. L’obiettivo della maggioranza e del governo è quello di chiudere la partita della separazione delle carriere dei magistrati prima delle Europee.

Nulla è trapelato finora dal Quirinale, con una riservatezza che in questi casi è prassi, considerando che il Presidente della Repubblica è anche il capo del Consiglio Superiore della Magistratura.

In ogni caso la riforma, dopo il previsto via libera in Consiglio dei Ministri, dovrà affrontare il doppio passaggio parlamentare previsto dall’articolo 138 della Costituzione.

Il disegno di legge ‘Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare, che sarà esaminato oggi nel corso del Consiglio dei ministri fissato alle ore 13, separa in modo netto le carriere tra magistratura giudicante e requirente. Il Consiglio superiore della magistratura, secondo quanto previsto dal governo, verrebbe diviso in due diverse sezioni e i suoi membri sarebbero scelti tramite sorteggio. E’ stata scartata intanto la proposta di dar vita a due Csm diversi. Si punta invece ad eliminare la sezione disciplinare del Csm per individuare un’Alta corte cui spetterà il giudizio sugli illeciti disciplinari di tutti i magistrati, anche quelli amministrativi, contabili e tributari. Altra ipotesi, da più parti auspicata, è che nel provvedimento entri finalmente anche l’inserimento in Costituzione del ruolo dell’Avvocatura.

Published by

Lascia un commento