prezzi al consumo del mese di maggio, secondo dati appena diffusi dall’Istat, mostrano un indice d’inflazione stabile rispetto al mese precedente, pari ad un +0,8% su base annua, mentre il carrello della spesa segnerebbe un ulteriore calo, con un +2,0% su base tendenziale.  

Numeri che stridono con la realtà di tutti i giorni per le famiglie italiane, come denunziano le principali associazioni di consumatori. Secondo il Codacons esistono ampi margini di riduzione dei prezzi che non sono stati ancora attuati: «L’Istat evidenzia il venir meno delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari e di alcune tipologie di servizi, e la flessione dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati che regolamentati. Ciò significa che, allargando il quadro, non esistono più le condizioni che nell’ultimo biennio hanno prodotto l’impennata dei listini al dettaglio, a partire dal caro-energia, e pertanto vi sono al momento ampi margini per ottenere una riduzione dei prezzi».

«I prezzi al pubblico – rincara la dose il presidente Codacons Carlo Rienzi – non devono aumentare poco, ma devono invertire la marcia e tornare a scendere, anche in considerazione del fatto che nell’ultimo biennio i listini sono saliti complessivamente del 13,8%, erodendo il potere d’acquisto dei cittadini».

Va giù duro anche Massimiliano Dona, presidente Unione Nazionale Consumatori: «La stabilità dell’inflazione tendenziale è una pessima notizia, perché vuol dire che continua la sua corsa come prima. Purtroppo la cruda realtà è che i prezzi, nonostante siano ormai alle stelle, in un solo mese aumentano dello 0,2%, il doppio rispetto ad aprile. Come se non bastasse, i prodotti alimentari e le bevande analcoliche che un mese fa avevano registrato una variazione congiunturale nulla, non solo tornano a crescere ma decollano in appena 30 giorni dello 0,7%. Peggio di così non si può».

A preoccupare, proprio mentre si avvicinano le spese delle vacanze per le famiglie italiane, è anche la marcata crescita di prezzi e tariffe dei servizi ricettivi e di ristorazione: +4,5% su base annua.  «I pacchetti vacanza – fa sapere Gabriele Melluso di Assoutenti – rincarano del +20,4% su anno, gli alberghi del +7,8%, b&b, case vacanze e altre strutture ricettive del +8,1%, i biglietti dei treni del +8,1% su anno, autobus e pullman del +4%. Un trend preoccupante, insomma, quello che si registra alle porte del periodo estivo e che anticipa la stangata che, purtroppo, si abbatterà sulle vacanze degli italiani».

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