Se non ci saranno cambiamenti di rotta dell’ultimo minuto, giovedì prossimo 6 giugno la BCE ridurrà i tassi di interesse. Era dal settembre 2019 che questo non accadeva e, anzi, dal luglio 2022 i tassi hanno subito una progressiva escalation, dopo circa un decennio nel quale erano rimasti pressoché stabili.

A determinare oggi la possibile riduzione sono stati gli effetti a lungo termine dello shock pandemico, ma anche le fasi alterne della guerra in Ucraina, tutti eventi che hanno fatto impennare l’inflazione, tanto che lo scorso anno i tassi avevano subito la bellezza di nove rialzi.

In sostanza il costo del denaro nell’ultimo triennio è salito alle stelle. A trarne vantaggio sono state ovviamente le banche, che hanno ottenuto circa il 60% dei ricavi dal “margine di interesse”, cioè la differenza tra i tassi che fanno pagare sui prestiti concessi ad imprese e famiglie e quelli che corrispondono ai depositanti. Un fenomeno che si espande quando aumentano i tassi della Banca Centrale Europea. E sappiamo bene che l’Italia ha annunciato più volte di voler introdurre una tassa sugli extra profitti bancari, ma finora non ci è riuscita.

Altra compagine che incassa grossi utili è stata l’industria del petrolio e dei combustibili fossili, con i prezzi dei carburanti sempre più elevati, complici anche grosse manovre speculative dietro il pretesto delle guerre.

Ad aver perso, e tanto, non sono state solo le famiglie e le imprese, bensì anche gli Stati in quanto tali. Perché – notano gli analisti più autorevoli – a salire sono stati anche gli interessi che devono essere pagati sui titoli di Stato di nuova emissione. Ciò ha significato un maggior costo per l’indebitamento, anche quello del nostro Paese.

Si attende ora come un provvedimento provvidenziale l’annuncio della riduzione dei tassi da parte della BCE previsto per giovedì. Ma ancora una volta gli analisti suggeriscono prudenza. Perché i conti oltre l’Atlantico vanno tutto sommato molto meglio che in Europa, e la BCE deve fare attenzione a non allargare troppo il differenziale dei tassi fra i due continenti.

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