Tutti gli indicatori parlano chiaro. Da quanto il Regno Unito è uscito dall’Europa, l’economia mostra falle sempre più vistose. E cresce anche il malumore dei cittadini inglesi per una scelta che ormai la maggioranza, specie tra gli imprenditori, giudica sbagliata. Tanto che non si esclude un possibile ritorno fra i Paesi dell’UE.

Dopo la Brexit, le vendite al dettaglio dal Regno Unito verso l’Unione Europea sono crollate di quasi 6 miliardi di sterline (7,05 miliardi di euro). Il settore della moda, particolarmente colpito, ha visto i propri ricavi calare di circa il 60%. Lo ha attestato uno studio condotto dalla società di ricerca economica Retail Economics e dalla piattaforma di e-commerce Tradebyte. «La maggior parte dei resoconti pubblicati sui  giornali – spiegano i ricercatori – si concentra sull’impatto della Brexit sulle vendite di prodotti alimentari, ma le esportazioni di beni non alimentari verso l’UE sono state quelle maggiormente colpite».
 
Dal dossier emergono inoltre «le complessità del panorama post-Brexit per i marchi e i rivenditori con sede nel Regno Unito e le opportunità che le piattaforme online rappresentano per l’esportazione». Senza contare il calo di 5,9 miliardi di sterline (6,93 miliardi di euro) subito da marchi e dai commercianti britannici hanno subito loro vendite in Europa dopo la Brexit, «nonostante un commercio europeo fiorente».
Insomma, gli attriti commerciali causati dalle complessità della Brexit stanno comprimendo le opportunità di vendere all’estero per i marchi e i rivenditori con sede nel Regno Unito. Tanto che «il valore delle esportazioni non alimentari è diminuito di quasi il 18% dal 2019, nonostante l’inflazione galoppante abbia rallentato questo declino».
 
Non va meglio per il comparto Scarpe e Abbigliamento. Qui le «notevoli difficoltà» poste dalla Brexit hanno paralizzato le esportazioni del settore, passate da 7,4 miliardi di sterline (8,69 miliardi di euro) nel 2019 a 2,7 miliardi di sterline (3,17 miliardi di euro) nel 2023.

«Il profondo sconvolgimento nelle relazioni commerciali tra il Regno Unito e l’Unione Europea – sintetizza Richard Lim, CEO di Retail Economics – ha colpito duramente i marchi e i rivenditori britannici. Le successive ondate di problemi causate dalla Brexit e dalla pandemia hanno ampiamente svantaggiato gli esportatori britannici, che hanno dovuto affrontare maggiori difficoltà e costi incrementati».

Ecco perché «gli inglesi rimpiangono i tempi prima della Brexit ed oltre il 50% non è contento dell’uscita dall’Europa», ha spiegato in una recente intervista Sara Chessa, giornalista sarda a Londra.

«Anche se ci sono delle differenze tra le varie aree del Regno Unito il dato generale – aggiunge Chessa – secondo la Piattaforma Internazionale Statistico, nel maggio 2024 il 55% delle persone in Uk ritiene che sia stato un errore lasciare l’UE, rispetto a un 31% che pensa sia stata la decisione giusta».




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