Le parole del maestro Riccardo Muti, pronunciate nel corso della straordinaria serata all’Arena di Verona dedicata ai grandi della lirica italiana, risuonano ancora in quel maestoso anfiteatro, non meno che nell’immaginario intero del nostro Paese.

«L’orchestra – ha detto il grande direttore – è il sinonimo di società. Ci sono i violini, ci sono i violoncelli, le viole, i contrabbassi, i flauti, gli obi, i tromboni, eccetera, eccetera. Ognuno di loro spesso ha parti completamente diverse, ma devono concorrere tutti, pur avendo frasi diverse, a un unico bene, che è quello dell’Armonia di tutti».  

L’Armonia, bene prezioso per ogni comunità umana fin dai tempi più antichi, non è solo quel segreto della musica che ci trasporta oltre la realtà, in un mondo che tende all’infinito, ma è lo scopo primario di ogni azione di governo in qualsiasi Stato del pianeta.

Da anni diciamo che Socialdemocrazia fa rima con Armonia, perché è un modello di sviluppo che mira a cancellare le disuguaglianze sociali, i conflitti, le prevaricazioni, per dar vita a società più giuste, dove il benessere possa giungere ad ampi strati della popolazione. Si tratta evidentemente di modelli ideali, in quanto tali perfettibili. Ed è altrettanto chiaro, seguendo il corso della Storia, che anche il concetto di Socialismo Democratico è andato mutando nel tempo.

Non ci trovano favorevoli, ad esempio, certe scelte estreme adottate dall’Europa in materia ecologista, nate da un’alleanza con forze politiche che hanno perso di vista il bene comune. Come si può pensare che un Paese come l’Italia, dove tanta parte della popolazione slitta dal ceto medio alla povertà dopo gli shock della pandemia e delle guerre, possa avere le risorse per gettare al macero la vecchia auto con cui raggiunge faticosamente il posto di lavoro, per acquistare obbligatoriamente una costosa vettura elettrica?

Questo esempio serve solo a far comprendere quanto, troppe volte, a Bruxelles come a Strasburgo gli ideali socialdemocratici, che pure animavano formazioni di governo, abbiano a nostro giudizio tradito i principi fondanti di libertà e giustizia sociale trasmessi a noi dai padri fondatori, in Italia così come nelle tanti nazioni europee dove tuttora governano premier socialdemocratici.

Faccio appello allora, in questa giornata solenne per il rinnovo del Parlamento Europeo, affinché tutti coloro che hanno a cuore i valori di libertà e giustizia si rechino a votare. Tanti, troppo sono tentati in queste ore dalla volontà di disertare le urne per dimostrare che la politica in atto non piace ai cittadini. Chiedo loro di superare questo pur comprensibile intento. Capisco, sarebbe giusto dare ancora una volta un segnale con il marcato astensionismo e temo che purtroppo anche stavolta faremo segnare livelli molto bassi di partecipazione.

Ma proprio per questo invito ad andare al voto i tantissimi cittadini che non hanno intenzione di arrendersi. Noi non ci arrenderemo.

Renato d’Andria

Presidente Fondazione Gaetano Salvemini

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