Nelle stesse ore in cui sulla stampa di tutto il mondo rimbalzano gli echi del confronto televisivo tra Biden e Trump, tenutosi ieri, arriva l’allarme lanciato dalla Conferenza Episcopale dei Vescovi statunitensi sull’escalation dell’uso e della spesa per le armi nel mondo. Una voce potente, che si unisce ai tanti, accorati appelli di Papa Francesco, il quale anche recentemente ha affermato: «Purtroppo oggi gli investimenti che danno più reddito sono le fabbriche delle armi. Terribile, guadagnare con la morte!».

«La violenza legata all’uso delle armi da fuoco – gli fanno eco i Vescovi Usa – è diventata una piaga che continua incontrollata che si diffonde in tutto il nostro Paese. Le cose devono cambiare. Serve una legislazione efficace che affronti le ragioni per cui nelle comunità americane continuano a verificarsi inimmaginabili e ripetuti episodi di violenza armata ed omicida. E’ necessaria un’azione per porre fine a questi atti ripugnanti».

Il riferimento dei prelati americani è anche al dato agghiacciante di due scontri a fuoco ogni giorno, che emerge dal recente Rapporto del Gun Violence Archive, l’organizzazione che cataloga ogni forma di violenza negli Stati Uniti correlata all’uso delle armi.  

Dobbiamo purtroppo constatare che l’Italia non è da meno. Le cronache ci rimbalzano quotidianamente agguati ed omicidi, commessi sia con armi da fuoco (come a Napoli, nelle scorse ore, con due giovani feriti in pieno centro storico, di cui uno in fin di vita) che con i coltelli (vedi l’efferato assassinio del diciassettenne Tomas a Pescara, per mano di due coetanei).

L’agguato avvenuto ieri a Napoli

Torniamo agli Stati Uniti dove – informa il predetto Rapporto – i cittadini possiedono il maggior numero di armi pro capite al mondo: 393 milioni. Una percentuale compresa fra il 35 e il 42% delle famiglie possiede almeno una pistola.

La spesa degli Stati per l’approvvigionamento di armi vede in testa proprio gli USA, con 916 miliardi di euro nel 2013. Segue la Cina con 296 miliardi di euro, in forte crescita.

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